Cybersecurity, DaD e corsi online: 10 consigli di aulab a studenti, genitori e insegnanti per navigare in sicurezza
Il mercato dell’education online negli ultimi 10 anni è stato caratterizzato da un’importante crescita. Gli eventi pandemici, dunque, non hanno fatto altro che accelerare un processo già in atto da tempo: dalla DaD ai corsi di ogni tipo che si sono trasferiti online, è aumentato vertiginosamente il numero di studenti in modalità e-learning; inoltre entro il 2026 si prevede una crescita dell’11% dell’uso dell’aula virtuale (fonte: Global Market Insights).
“L’apprendimento a distanza rappresenta oggi la norma anche per i minori, con gli studenti della scuola primaria e secondaria sempre più connessi alla rete”, sottolinea Giancarlo Valente, CTO di
aulab, PMI innovativa italiana attiva nell’edutech e specializzata in corsi di programmazione e sviluppo software.
“Questo pone nuove sfide alla privacy e alla sicurezza informatica in generale, come dimostrato recentemente dall’attacco hacker che ha mandato fuori uso i registri elettronici subìto da Axios, società che rifornisce il servizio nel 40% delle scuole italiane, o dal furto di dati personali di mezzo miliardo di utenti di Facebook. Si tratta di eventi che purtroppo spesso vengono sottovalutati e a cui non viene dato il giusto peso”.
I criminali informatici sono continuamente alla ricerca di informazioni degli utenti da poter utilizzare per attacchi di phishing, da cui parte circa il 90% degli attacchi di sicurezza informatica (fonte: Deloitte).
“Il fatto che studenti, insegnanti, ma anche smart worker siano sempre connessi, aumenta enormemente la superficie di esposizione ad attacchi informatici”, continua Valente. “In primis, è necessario educare i bambini per quanto possibile ad una maggiore conoscenza di internet. Senza dubbio è un lavoro complicato, ma ci sono alcune accortezze da prendere per limitare i problemi legati alla navigazione”.
Proprio per aiutare gli utenti, aulab ha stilato 10 consigli da mettere in pratica per navigare quotidianamente in tutta sicurezza.
- Creare sul computer utilizzato in famiglia un’utenza apposita per lo studente, attivando tutti i filtri a disposizione del proprio device. Ad esempio è possibile interdire al minore la possibilità di installare nuove applicazioni, così da abilitare soltanto quelle utili e sicure.
- Aggiornare costantemente i propri i software, per correggere eventuali bug o falle di sicurezza dei sistemi operativi.
- Aggiornare spesso il software del router di rete, per risolvere eventuali falle di sicurezza.
- Cambiare la password admin del router di rete o di altri dispositivi connessi. Un accesso al router con le credenziali di default può permettere di avere una conoscenza delle attività svolte in rete.
- Diffidare da e-mail e telefonate in cui gli interlocutori dichiarano di possedere informazioni personali specifiche. Potrebbero averle ottenute tracciando l’attività o le informazioni condivise sui social.
- Usare un password manager che generi password casualmente. Ad esempio, quello messo a disposizione da Google Chrome è uno strumento ideale, ma è opportuno proteggere al massimo l’accesso di Google con Sistema Biometrico (come impronta digitale o Face Id) o 2FA, ossia autenticazione a due fattori.
- Impostare l’autenticazione a due fattori (2FA), richiedendo l’invio di un messaggio SMS di sicurezza quando si accede a determinati account, oppure utilizzando app specifiche disponibili su smartphone.
- Attivare la funzione “trova il mio device” sui dispositivi mobile e sui computer, desktop incluso, che consentono di “resettare” e azzerare anche a distanza i dati di un dispositivo rubato o perso.
- Essere prudenti quando si utilizzano reti Wi-Fi pubbliche: è più alto il rischio di subire attacchi hacker. Per questo può essere importante attivare un servizio VPN che aiuti a mantenere una cifratura costante e completa delle informazioni.
- Prestare attenzione ai software installati sul computer: alcuni servono soltanto a rubare informazioni mentre altri possono essere un veicolo per i famigerati Ramsonware, ossia software per il “sequestro” informatico dei dati per i quali successivamente può essere richiesto un riscatto.